Le tecniche di terapia manuale in gravidanza consentono al corpo di prepararsi agli adeguamenti posturali, offrendo un equilibrio alle strutture muscolari, scheletriche e viscerali, migliorando la mobilità della struttura corporea sia durante la gravidanza sia nella fase successiva al parto.

Effettuare fisioterapia in gravidanza consente alla donna di raggiungere uno stato di benessere generale ed evitare l’uso di farmaci, che potrebbero portare a dei possibili effetti collaterali in una fase delicata come questa. I trattamenti di fisioterapia nel pre-parto hanno come principale scopo quello di preparare il corpo della donna, limitando l’insorgenza di dolori durante la gestazione, rilassare la muscolatura tesa, favorire una buona elasticizzazione della muscolatura perineale, diminuire il senso di affaticamento e di fiato corto oltre ad un probabile reflusso gastroesofageo.

I trattamenti mirano al sollievo ed alla risoluzione di cervicalgie, dorsalgie, lombalgie, dolori pubici, coccigodinie o problematiche a livello del sistema urinario (perdite urinarie), disturbi circolatori come edema e disturbi digestivi, tra i più frequenti rientrano reflusso e disturbi di transito intestinale.

Una delle possibili alterazioni anatomiche che si potrebbero sviluppare dopo il parto è la diastasi addominale, la separazione del muscolo retto dell’addome, determinata da un rilasciamento dei tendini della linea alba, la struttura aponeurotica che si sviluppa longitudinalmente dallo sterno al bacino.

Generalmente questa condizione patologica si sviluppa dopo il parto e può rimanere per 12 settimane fino ad un massimo di 6 mesi. L’addome rimane eccessivamente rilassato, con una distanza almeno di 2 o 3 dita

La diastasi rappresenta un problema estetico e funzionale, in cui è presente un’alterazione della dinamica della parete addominale. I sintomi che vengono riferiti più frequentemente sono pancia gonfia, mal di schiena, instabilità del bacino e molto spesso anche incontinenza.

La donna potrebbe accorgersene da sola, effettuando una palpazione della zona, oppure sollevando le gambe dritte può notare un’estroflessione della zona anteriore dell’addome.

In realtà però questa situazione non si sviluppa soltanto in seguito alla gravidanza, ma anche dopo un’eccessiva attività fisica che può portare ad una distensione addominale da sforzo, obesità, vecchiaia ed indebolimento muscolare. Il suo segno caratteristico è costituito da una sorta di protuberanza che si forma in corrispondenza della linea alba,

La classificazione:

  • diastasi di grado lieve: inferiore a 3 cm
  • diastasi di grado moderato: tra i 3 e i 5 cm
  • diastasi di grado severo: maggiore di 5 cm

Quando i muscoli retti perdono la loro funzionalità, non saranno più in grado di svolgere un ruolo di stabilizzazione del tronco, gli organi tendono a premere verso l’esterno. I sintomi funzionali più tipici sono:

  • forte dolore alla schiena che tende ad affaticarsi più del dovuto: a causa del cambiamento della posizione del bacino si determina un’iperlordosi, causata da debolezza del retto dell’addome
  • dolori nella zona del bacino e delle anche
  • incontinenza
  • gonfiore
  • difficoltà respiratorie
  • dolore nella zona del pavimento pelvico

Per fare una valutazione dello stato dei muscoli retti, verrà fatto un esame clinico, che grazie alla palpazione ci consentirà di riconoscere l’eventuale problema e parallelamente un’ecografia della parete addominale ed una risonanza magnetica.

Complicanze: nella metà dei casi potrebbero svilupparsi una serie di piccole ernie ombelicali ed epigastriche.

Le sedute di fisioterapia per il trattamento della diastasi addominale consistono nell’attivazione e nel rinforzo della parete addominale e dei muscoli del pavimento pelvico.

Quando la condizione della diastasi è eccessivamente marcata, a quel punto sarà necessario l’intervento chirurgico.

Il trattamento della disastasi prevede l’esecuzione di esercizi corretti abbinati ad una specifica alimentazione senza arrivare necessariamente all’intervento chirurgico.

Durante gli esercizi è sempre molto importante controllare la respirazione, l’allineamento e lavorare sulla mobilità e stabilità

1)ESERCIZIO DI RESPIRAZIONE E ATTIVAZIONE DELL’ADDOME IN POSIZIONE SUPINA

Descrizione: Paziente supina con ginocchia flesse; prendere aria gonfiando l’addome, buttare fuori l’aria schiacciando la lombare sul materassino ed effettuando una retroversione del bacino, stringendo la pancia in dentro e portando l’ombelico verso la colonna, il mento scende verso il torace. Alla fine mentre butto fuori l’aria stringo il pavimento pelvico, unisco i retti e stacco la testa dal lettino come se volessi fare gli addominali.

Ripetere l’esercizio per 10 volte

2)ESERCIZIO DI CONTROLLO DEL BACINO

Paziente in posizione supina, una gamba resta stesa, l’altra con ginocchio flesso, posiziono entrambe le mani sul bacino, per l’esattezza sulla spina iliaca antero-superiore, piano piano la porto la gamba flessa in apertura esterna controllando bene che il bacino resti fermo.

Effettuare 10 volte per ogni lato accompagnando ogni movimento di apertura esterna della gamba all’espirazione.

3)ESERCIZIO IN POSIZIONE QUADRUPEDICA

Prendere aria inarcando la schiena, buttare fuori l’aria facendo una contrazione dell’addome e del pavimento pelvico, da tenere per 10 secondi durante l’espirazione. Quest’esercizio aiuta i retti dell’addome a riavvicinarsi.

Effettuare l’esercizio 15 volte.

4)PLANK LATERALE SEMPLIFICATO

Gomito sotto la spalla, con questo tipo di esercizio si attivano gli obliqui ed il trasverso dell’addome.

Effettuare l’esercizio 10 volte per lato, accompagnandolo alla respirazione

5)ATTIVAZIONE DELL’ADDOME IN POSIZIONE SUPINA

Paziente con entrambe le gambe flesse, porto un ginocchio al petto, tengo l’altra mano sulla spina iliaca omolaterale per controllare il bacino tengo bacino dentro e addome contratto e lentamente faccio scivolare l’altra gamba in basso. In quest’esercizio l’errore sta nel fatto che l’addome non si contrae e di conseguenza avrò un’accentuazione della lordosi lombare.

Effettuare il movimento di discesa della gamba laterale durante l’espirazione.